giovedì 23 giugno 2011

sabato 14 febbraio 2009

I CORSI PRE-ESAME: SERVONO?

Prima dell'esame di stato sovviene la domanda fatidica: come faccio a preparami allo scritto?
Risposta a questa domanda non c'è. O meglio non c'è nessun corso che possa garantire di utilizzare un metodo infallibile, o meglio nessun corso vi potrebbe spiegare con esattezza quale sarà lo stesso metro di giudizio che utilizzeranno i commissari d'esame.
Non c'è neanche un unico metro di giudizio su cosa siano "i segni di riconoscimento" che potrebbero portare all'annullamento della prova, tranne ovviamente quelli più palesi come il firmare il compito o l'utilizzare più biro di diversi colori. Esempio dell'incertezza è tipico di quelli come me hanno una scrittura di pessima gradevolezza e vorrebbero scrivere in stampatello o almeno in stampatello corsivo. Per alcuni commissari, scrivere in stampatello è un segno di identificazione.
A questo punto torniamo alla domanda iniziale ovvero servono i corsi pre-esame?
Analizziamoli prima, sti corsi. Generalmente sono divisi in teoria e pratica. Teoria è un remake dei corsi universitari, con qualche sentenza in più oppure la spiegazione di qualche problematica specifica, magari anche di interesse, ma che quasi sicuramente non sarà oggetto di esame. Certe lezioni servono per il lavoro, altre neanche per quello, quasi tutte non servono a molto per l'esame.
La pratica è molto più utile, infatti si concreta in pseudo-prove d'esame con la prospettazione di una traccia dalla quale enucleare un parere o un atto. Questi esercizi sono utilissimi, non tanto per sapere se siete sufficienti o no al corso ma per entrare nell'ordine di idee di redazione di un parere e, nel caso di un atto, di redazione di un atto alla vecchia maniera con carta e penna.
Il computer frega molto, i copia-incolla sono deleteri non solo per il lavoro di tutti i giorni ma soprattutto per l'esame di stato.
Quanti dei candidati sarebbe in grado di scrivere a memoria una delega o meglio una procura ad lite? Pochi e nei tanti mi ci mettevo anche io prima di cominciare a scrivere a mano gli atti.
Ora uso Dragon naturally speaking 10 e quindi io parlo ed il computer scrive, ma ho già passato l'esame. Prima era d'obbligo carta e penna ed a volte qualcuno in studio si incazzava perchè consegnavo all'ultimo gli atti, l'importante è non far scadere i termini.
Se posso dare un consiglio pertanto partecipate ai corsi dove vi siano molte prove scritte e, se volete evitare qualche lezione teorica, fate pure. Il relatore non si offende, lo sa anche lui che deve tenere lezione per allungare il corso. Ops non sono molto politicamente corretto ma amen.

lunedì 19 gennaio 2009

Consigli utili: non portatevi libri non consentiti

Capita che, prima dell'esame, venga voglia di portarsi dei manuali o altri libri non consentiti. La tentazione è forte, anzi irresistibile. L'ho provata anche io ma all'esame da avvocato non è un grande affare sia in termini di tempo che di aiuto.
Capita infatti che i controlli siano moderati ma capita anche che i commissari siano "sull'attenti" e che facciano addirittura le ronde per evitare che qualcuno possa utilizzare mezzi non consentiti, anche mentre è chiuso in bagno.
Un consiglio pratico per non essere espulsi dall'esame senza avere alcuna colpa è il seguente.
Capita che qualche "fenomeno" nasconda dei manuali nei bagni. Capita che certo commissari attendano l'uscita del candidato dal bagno e successivamente controllino il locale.
Cosa potrebbe capitare se ci fosse un libro o altro scritto in tale bagno anche all'insaputa di del candidato appena uscito?
Potrebbe accadere che il candidato venga espulso o comunque perda almeno mezzora per chiarire la sua posizione.
Nel caso non si venga scoperti però non ci si trova in una situazione molto favorevole. La concentrazione per connettere cosa si legge sarebbe non di poco disturbata dal timore di essere scoperti. Il copiare pareri già svolti invece non serve a molto in quanto sono troppo lunghi e non sempre sono inerenti al caso specifico presente nelle tracce d'esame.
La cosa migliore è quella di concentrarsi sulle massime presenti sui codici annotati con la giurisprudenza. Quelle sono molto inerenti e specifiche, le tracce del ministero sono cucite sulle sentenze della Cassazione. La tranquillità e i successivi consigli, oltre la Vostra giusta concentrazione, faranno il resto.

giovedì 15 gennaio 2009

Nei panni del commissario d'esame

Pensiamo di essere nei panni del commissario d'esame, in lunghi pomeriggi o mattinate dove sfogliamo dei fogli protocollo con delle calligrafie diverse, non sempre di facile comprensione.
Uno dei miei più grandi problemi infatti era quello di scrivere in maniera comprensibile non tanto per la grammatica ma per il riconoscimento puro e semplice dei segni grafici.
Da questo punto di vista mi sono semplicemente messo a riempire, come alle elementari, pagine e pagine di singole lettere scritte esattamente come nei cartelli che vedevo appesi sui muri delle elementari.
Ricopiar il compito in bella copia e leggibile è sicuramente il 30% dell'opera

Quello che ho appena detto è abbastanza normale direi banale, eppure ritengo sia di fondamentale importanza, almeno per persone come me che hanno una grafia incomprensibile quando scrivono senza fare attenzione.
Fondamentale ora è trovare il sistema di far capire subito dalla prima pagina che il candidato è padrone della problematica prospettata e degli aspetti principali per esaminare.
Pensate infatti di essere l'esaminatore del vostro scritto e di non sapere minimamente quale sia lo schema seguito da chi ha redatto tale parere.
Frasi troppo complesse, auliche per non dire ciceroniche potrebbero mettere a dura prova l'attenzione se non la pazienza del lettore. Quante volte ci accade di leggere un articolo giuridico e ritornarci sopra perché non si è capito il senso. I commissari d'esame non sono altro che persone normali con un'ottima competenza giuridica chiamati però a valutare anche le capacità di saper esplicare la tematica prospettata.
Pertanto è fondamentale redigere il parere con frasi il più possibile brevi e chiare.

Con questo non voglio dire che sia necessario scrivere una storia che capisca anche un bambino, è sufficiente che sia comprensibile da un uomo di media cultura. In tal modo sarà molto comprensibile al commissario d'esame.

Compiti sostanzialmente identici, risultati differenti

Nella mia esperienza personale è capitato più volte che dei compiti sostanzialmente identici vengano esaminati e giudicati molto diversamente.
Tutti sappiamo che l'esame di Stato avviene in un clima tutto particolare, 2000 e passa persone tutte raggruppate in un unico stanzone come può essere il Palastampa di Torino. In questo caso il vicino di banco è a meno di 3 cm dal proprio spazio. I banchi dove si eseguono i compiti infatti sono piccoli e vicinissimi gli uni agli altri.
Le soluzioni dei compiti si possono trovare sui codici che regolarmente entrano all'esame di Stato, timbrati vidimati dalla commissione. È infatti inutile portarsi dei manuali dove copiare o dei testi con i pareri già svolti, se si viene scoperti oltre alla figura di merda si viene esclusi.
Dicono sia già successo anche che chi abbia copiato il compito da manuale con pareri svolti sia stato bocciato con voto inferiore alla soglia della promozione.
Purtroppo ci troviamo in situazioni dove degli esaminatori si trovano a correggere più di 6000 compiti (2000x3) che bene o male dicono tutti la stessa cosa. In base alla sentenza della cassazione numero, pertanto siamo a concludere che il caso prospettato si possa risolvere nel seguente modo.
In questo caso ho notato una cosa semplice, mettiamoci nei panni dell'esaminatore che si trova un compito esattamente uguale ad un altro. Uguale inteso non tanto con i punti e virgole e le lettere ma nella sostanza.
Immaginiamo che tale situazione si ripete per centinaia di volte, voi capite che, sebbene umanamente uno cerchi di provare ad essere oggettivo, non potrà evitare di ritenere il primo compito letto come sufficiente e gli altri leggermente inferiori. È triste a chi tocca ed è toccato anche a me.
Necessità è quindi trovare un sistema di redazione del compito che, essendo diverso, non annoi e che in parte lo stupisca. Un sistema che però dia subito l'impressione che che chi scrive ha capito la problematica. Stiamo attenti però a non esagerare e non cadere nel segno di identificazione.
Il consiglio che ho appena descritto parte dal presupposto che le soluzioni al problema giuridico prospettato con la traccia del compito possa essere definito, interpretato e risolto con la soluzione presente nei codici annotati con la giurisprudenza e pertanto una soluzione bene o male argomentata dalla maggior parte dei candidati.

Perchè questo blog

Ho aperto questo spazio Internet per poter consigliare ad altre persone le metodologie che ho seguito e che alla fine sono riuscite a far passare l'esame da avvocato anche al sottoscritto. Per onore di cronaca l'esame l'ho passato a Torino (correzione degli scritti a Firenze).
Come tanti altri ho dovuto provare più volte per passare lo scritto (l'anno prima ha sempre correto Firenze silurandomi come tanti altri), e devo dire che stavolta guardando le carte per fare un giretto in Spagna ero molto demoralizzato.
Con tale stato d'animo ho cominciato girellare per Internet sperando che la rete potesse darmi qualche risposta sul metodo da poter seguire per trovare il modo di capire come doveva essere redatto uno scritto.
In uno dei vari forum ho trovato degli spunti interessanti.
Tutti questi spunti vedrò di raccontarli sul presente blog.

ALTALEX